domenica 17 settembre 2017

TRISTibet 2017 - Un teambuilding per uno stile di conduzione e per conduzioni di stile.


Cronaca di una “scalata al Tibet ticinese” da parte del Team TRIS di Camorino. Un team building ben riuscito, con interessanti spunti di riflessione.

 

Camorino, agosto/settembre 2017 – Sono passate “solo” due settimane da quella giornata sapientemente organizzata dai collaboratori del Team TRIS di Labor Transfer che ha portato uno sparuto gruppo di persone a ritrovarsi insieme nel nucleo di Curzùtt per poi procedere all’attraversata del ponte Tibetano Carasc.
È partita un po’ in sordina, già prima dell’estate, l’idea di un momento di incontro “fuori sede” dove ritrovarsi e stare insieme come team (pensato come team building a tutti gli effetti), anche alla luce del cambiamento e l’inserimento di nuove risorse avvenute nell’interno stesso del team. A questo momento centrato sullo “stare insieme” è seguito poi una riunione efficace, una sorta di incubatore di idee e spunti di riflessione, anche in virtù dei grandi cambiamenti previsti per Labor e per chi opera nel nostro settore a partire già dal 2019.
Molte sono le emozioni e le riflessioni che sono scaturite da questa giornata e che danno un senso e il senso dello stare in un’azienda, del mestiere che svolgiamo al servizio delle persone. In prima battuta mi sembrava più semplice riportare una cronaca della giornata, ma riguardando alcune foto e rivivendo il momento “vissuto” mi par più sensato riportarlo sotto forma di episodi.

Episodio 1. Il sentiero e il senso dell’accompagnamento e supporto.

Per raggiungere il ponte tibetano partendo da Curzùtt le mappe e i relativi cartelli dei sentieri riportano una camminata “normale” di circa 40 minuti. Dopo una breve colazione all’Ostello, ci siamo incamminati con brio e allegramente come gruppo e tutti insieme: chi con bastoni da trekking, chi ha creato il proprio bastone ricavato da rami, insomma pronti e via!
Ma, già dopo il primo quarto d’ora e in seguito, si è visto prima il gruppo allungarsi e poi la testa del gruppo sparire tra boschi, rampe e salite e proseguire a ritmi diversi. Mi trovavo anch’io in prima battuta in cima, pian piano sempre più in coda (e già aspettavo gli ultimi…!) e poi, improvvisamente, a metà percorso ho sentito venire sempre meno le forze (diciamo che ero appena rientrato dalle vacanze e qualche aperitivo e relax di troppo hanno giocato la loro parte!) e mi sono ritrovato seduto su un tronco a riprendere fiato con mille pensieri per la testa. È stato qui che ho notato come un collaboratore (dalla verve un po’ da sindacalista per la precisione), era lì che aspettava, mi muovevo e ripartiva anche lui fin quando abbiamo ritrovato il gruppo e con mia grande meraviglia ho notato che anche altri collaboratori cercavano supporto e sostegno dai colleghi. Allora qui mi è venuto in mente di come anche nella nostra quotidianità lavorativa è importante poter contare sull’altro, sul collega: sia il chiedere supporto che ricevere supporto all’interno del team anche nel ruolo di team leader. Si può anche procedere a ritmi e modalità diverse ma lo sguardo verso l’altro, l’attenzione e il supporto diventano fondamentali per poter percorrere un sentiero nella stessa direzione. E poi, raggiunta quella meta comune, si può anche sorridere e rilassarsi sapendo di aver condiviso una “fatica comune” per raggiungere lo stesso obiettivo.