«Formazione continua innovativa o innovazione della formazione? La coesistenza di forme nuove e moderne di erogazione di percorsi formativi, vanno nella direzione di quanto già, con il Messaggio ERI 2017 – 2020, il Consiglio Federale ha richiesto con un fondo di quasi 26 miliardi di franchi per finanziare le misure federali di promozione della formazione professionale, delle scuole universitarie, della formazione continua, oltre alla ricerca e all’innovazione. È un’ulteriore conferma di quanto l’educazione, la ricerca e l’innovazione rivestono nella crescita economica e nello sviluppo sostenibile del Paese».
Innovazione vs dispositivi di
legge.
Quando pensiamo alla
formazione professionale e continua, il pensiero va subito verso quella
molteplice e variegata realtà che va sotto il cappello della formazione lungo
l’arco dell’intera vita (programmi LLL[1] in tutte le sue sfaccettature) da un lato e su
quel panorama di formazione formale e non formale che, grazie all’approvazione
del nuovo dispositivo di legge della LFCo[2], si va delineando su tutto il territorio
federale. Già pensando a questo grande evento atteso da anni, vista come
innovazione a tutti gli effetti, si pone il quesito di cosa sia effettivamente
innovativo e di cosa in realtà è sostanzialmente disciplinato o si è voluto
disciplinare con un disegno di legge. In fondo, da diversi anni ogni Cantone
con proprie modalità ha attivato forme di interventi formativi sussidiati
passandoli come “innovativi” sistemi di aggiornamento e/o di riqualifica
professionale per persone in transizione di carriera, ma anche per quanti
sentono l’esigenza di uscire da un profilo professionale oggi ritenuto fin
troppo generalista e non specialistico rispettivamente al proprio settore
professionale.
Ruolo delle nuove tecnologie
didattiche.
Sempre più,
oggi, si notano nei contesti educativi, l’attivazione di tecnologie ad uso
didattico, dove si affianca alla didattica tradizionale una assistita dalla
tecnologia informatica (blended learning), che va ad arricchire in molti casi
la modalità di erogazione in un contesto formativo. Parlare di nuove
tecnologie, spesso, è abusato in quanto si tratta comunque di un’evoluzione di
supporti tecnici sempre più spinti (se pensiamo alla IoT – Internet of Things nella
vita quotidiana o l’e-learning basata su sistemi LMS[3]),
rispetto agli strumenti tradizionali che vanno dalla semplice lavagna luminosa
a quella, per molti anni più evoluta e più utilizzata, del beamer (creazione di
presentazioni multimediali) che ha permesso di variare l’erogazione della
formazione in tutte le sue forme. In questo caso specifico, quindi, cambia la
modalità di erogazione di una formazione, ma il contenuto rimette in gioco “le cose vecchie” vestite di nuovo o comunque
rese più interessanti grazie all’interazione maggiore che è possibile ottenere
con il discente, grazie ad una forma di didattica cooperativa e condivisa. Già
durante la mia pratica professionale, ho constatato come anche le “nuove
tecnologie” non migliorano l’erogazione dell’attività formativa, soprattutto se
utilizzato in modo approssimativo: preparare una buona lezione con strumenti
innovativi, spesso assorbe molte energie e tempo; entrambe, sovente, non sono
fattori remunerati o messi a disposizione dall’organizzatore. Questo significa
che la tecnologia rischia di essere un elemento di svantaggio piuttosto che a
supporto se non contestualizzato o condiviso tra formatori e organismi
dirigenti. In questo caso, quindi, si verifica una sorta di dicotomia tra i
così detti “nativi digitali” (le
nuove generazioni) e chi eroga formazione usando strumenti classici o poco
propensi al cambiamento e all’orientamento verso le nuove tecnologie applicate
nei contesti formativi. Si tratta ancora di formazione di percorsi tradizionali,
ma con strumenti innovativi più vicini alle nuove generazioni (non
necessariamente la facilità all’uso e la dimestichezza verso le TIC implica
anche la piena consapevolezza degli aspetti correlati al tema della “reputazione digitale” che tocca anche
aspetti etici e giuridici).
Verso nuove sfide formative?
Il sapere in
tutte le sue declinazioni, costituisce un capitale fondamentale per un Paese
che va a pari passo con il capitale umano su cui l’economia investe in tutte le
sue forme tramite aziende, privati e pubblico che erogano percorsi formativi di
ogni genere. Il Consiglio federale ha dedicato un preciso indirizzo politico al
settore ERI[4]
(educazione, ricerca e innovazione) che ha portato a formalizzare linee
direttrici guida in concertazione con i Cantoni e con il mondo economico. Con
queste premesse, le misure di promozione prevedono tre linee di sviluppo: educazione,
ricerca e innovazione, promozione del sistema Paese (sostenibilità e
competitività). Si evince, quindi, la necessità di garantire un’offerta
formativa vasta e permeabile più vicina alle esigenze di un’economia con
processi produttivi che cambiano velocemente e che ha bisogno sempre più di
specializzazioni innovative con il supporto di forti competenze in materia di
ricerca, sviluppo e innovazione. Questo a mio parere, significa che oggi vi
sono sicuramente formazioni continue innovative che sono fortemente correlate
ai nuovi processi produttivi ad alto impatto tecnologico (quindi la necessità
di manodopera altamente qualificata e specializzata), ma si ri-ritrova pure la
formazione “tradizionale” che acquisisce una veste innovativa grazie alle
tecnologie digitali utilizzate, ma che riprendono vecchi mestieri e vecchi
saperi: anzi alcuni sono addirittura “ri-scoperti” se pensiamo al settore
artigianale diffuso e promosso grazie alle nuove tecnologie.
Paolo Vendola
Education Permanente «EP» 2016-2 SVEB-FSEA
[1]
LLL (Lifelong Learning e tutti i relativi programmi di formazione continua
proposti sia a livello svizzero sia a livello europeo).
[2]
Legge Federale sulla Formazione Continua approvata il 20.06.2014 dal
Parlamento; il 25.02.2016 il Consiglio federale ha approvato l’ordinanza sulla
formazione continua, con entrata in vigore insieme alla LFCo il 1° gennaio 2017.
Uno dei principi cardini è la responsabilità: la legge stabilisce che ogni
persona è responsabile della propria formazione continua.
[3] Learning
Management System: sono intese tutte quelle piattaforme digitali che
permettono l'erogazione dei corsi in modalità e-learning (formazione a
distanza) e sta alla base della distribuzione di tutti i corsi on-line. Queste
piattaforme spesso sono correlate con gli LCMS (learning content management
system) preposti a gestire, invece, i contenuti.
[4] Vedi messaggio del SEFRI (Segreteria di Stato per formazione, la ricerca e l’innovazione) sul tema del Promovimento 2017-2020.
Link e riferimenti bibliografici/sitografici: